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Quando pensiamo a storia e tradizione non possiamo fare a meno di immaginare tempi lontani e dimenticati. Il passato è un luogo caldo e colorato in confronto alla freddezza meccanica del presente… ma non sempre.
In certe cose la tradizione sopravvive, portata avanti dalle stesse mani amorevoli di un tempo. Mani che accarezzano i chicchi d’uva così come hanno accarezzato i capelli dei nipoti, che, a loro volta, tornano all’uva.

Questo perché la famiglia Degani conosce l’importanza di una tradizione vinicola che risale ai primi del 1900, nata per dissetarsi dopo una lunga giornata di lavoro e solo dopo proposta a noi che siamo parenti acquisiti, che entriamo a far parte di questa intima produzione a partire del 1970.
Nel 1980 Sante Degani si allontana, lasciando la produzioni nelle capaci mani del fratello Angelo e del nipote Aldo che con l’aiuto dei fratelli Zeno per la conduzione dei vigneti e Luca per la parte enologica, con il loro impegno hanno portato una parte della loro storia sulla nostra tavola.
E il loro lavoro venne ripagato: nel 1996 i vini si fecero strada in guide prestigiose come “Il Gambero Rosso” e non solo: Veronelli, AIS, Luca Maroni e poi oltr’alpe con lo svizzero “Merum” e il tedesco “Der Feinschmecher” oltre che in quotidiani come La Repubblica e Il Corriere della Sera.
Incredibile come un vino destinato ai più grandi della famiglia abbia fatto così tanta strada.